Attrezzature

Per le Bocchette si consiglia un normale abbigliamento estivo da alta montagna. Ai materiali tecnici specifici per le vie ferrate qui presentati , andrebbero aggiunti (a inizio stagione o in caso si prevedesse l’attraversamento di nevai o vedrette) un paio di ramponi, piccozza e corda.

1 Scarponcini da trekking. Con suola rigida e la possibilità di applicare i ramponi.

2 Guanti. I modelli senza dita sono decisamente più funzionali, visto che moschettoni e cordino vanno maneggiati continuamente per rimanere sempre agganciati a cavi. Essere impacciati nei movimenti delle dita può anche costituire un pericolo.

3 Imbracatura bassa . I modelli bassi sono oggi i più usati:lasciano più libertà di movimento e non compromettono il ribaltamento del corpo in caso di caduta.

  4 Casco . I modelli moderni sono di derivazione ciclistica. Dato che le calotte sono soggette a norme precise e dunque rispondono tutte a parametri di sicurezza approvati, durante la scelta è consigliabile concentrarsi soprattutto sulla vestibilità soggettiva (data dal sistema di cordini interni) che, di fatto, determina la capacità reale di attutire gli urti. Le normative Uiaa (Unione internazionale associazioni alpinistiche) impongono che il casco superi tre tipi di test: a una massa tonda di 5 kg che cade da 2 metri, a una appuntita da 1,5 kg che cade da 1,5 metri, e a una massa tonda di 5 kg che cade da 0,5 metri sulla fronte.

5 Kit da ferrata. Ovvero:

dissipatore , cordino e due moschettoni. Fondamentale per affrontare in sicurezza (come prevedono le normative Uiaa ) le vie ferrate, Il capo di cordino sciolto viene legato all’imbracatura. Mentre i due moschettoni (passandone, durante la salita, prima uno poi l’altro nei cavi tra una sezione e la successiva all’altezza dei chiodi) consentono di rimanere sempre agganciati alla parete. Il dissipatore è una piastrina forata dentro la quale passa con più giri il cordino: in caso di caduta il cordino scorre nei fori con un certo attrito, dissipando, appunto, e attutendo gradualmente la forza d’urto sullo scheletro al momento dell’arresto.

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